Martedì, 22 Ottobre 2019 10:01

Corso Elia: adesso tocca a me mettere in pratica...

Testimonianza 1

Cari fratelli, volevo rendervi partecipe della grande gioia, della pace e dell'immenso amore che ho ricevuto durante il corso Elia.  Ad ogni corso Dio ha qualcosa da dirmi e qualcosa su cui istruirmi. Ho sentito forte la Sua presenza. Mi ha condotto dolcemente in questi giorni riempiendo ogni singola parte di me del Suo amore, della Sua misericordia e anche della Sua sapienza.  Ha messo a nudo le mie fragilità,  i miei limiti, facendomi ragionare col cuore in mano sul fatto che ho ancora tanto da imparare da Lui e che ho tanto da lavorare sulla mia disponibilità nei Suoi confronti.  Elia è un personaggio che mi ha molto fatto riflettere su come sto vivendola mia vita, sulle mie paure, sulla mia forse poca propensione a mettermi al servizio di Dio. Dio mi ha amorevolmente mostrato  una mia debolezza che mi impedisce di abbandonarmi completamente alla Sua volontà e mi ha mostrato, tramite Elia, che anche io posso cambiare questi aspetti della mia vita e che ho gli strumenti per farcela, che sono contenuti nella Sua Parola... È stato un corso molto riflessivo, ma anche forte e tanto sentito. È stato un grande dono del Signore. Adesso tocca a me mettere in pratica.  Non sarà facile,  ma sicuramente non impossibile con Dio al mio fianco. 

Rita

 

Testimonianza 2

Sono una partecipante al corso Elia che si è tenuto nella Parrocchia di Sant'Atanasi, a Ficarazzi, diocesi di Palermo.

Durante la quaresima del 2012 ho iniziato il mio percorso nelle cellule di evangelizzazione seguita quasi subito da mio marito, che in quel periodo aveva perso il posto di lavoro; mi ha sempre appoggiata e seguita nel percorso. Ho iniziato a servire il Signore prima come rappresentante di cellule, poi come predicatrice nei corsi di evangelizzazione ed infine come rappresentante area. Il Signore ha operato molte grazie nella mia vita spirituale ed in famiglia. Mio marito dopo 3 anni ha trovato un nuovo posto di lavoro e nel 2016, dopo il corso le nozze di Cana, abbiamo ricevuto la grazia da noi più desiderata, la seconda maternità dopo 9 anni dalla prima.

La gravidanza, il parto e la crescita nel primo anno e mezzo del piccolino, hanno limitato il mio servizio e la preghiera si è affievolita. Mentre tutto sembrava andare bene una malattia cardiaca di mia madre ha sconvolto tutto. Lei per Grazia di Dio sta bene ma da quell operazione del dicembre 2016 il tormento, la paura e lo sconforto è entrato nella mia vita. Durante degenza di mia madre, mio fratello e mio padre ebbero la pretesa che avrei dovuto accudire la notte in ospedale la mia mamma e dover lasciare il mio bambino che all epoca piangeva molto la notte per un problema di reflusso gastroesofageo. Pur non potendo essere disponibile per la notte. Ho accudito la mia mamma nei pomeriggi del weekend quando mio marito non lavorava. In uno sfogo di rabbia, attaccata da mio fratello, l'ho ferito usando parole pesantissime, Satana ha preso possesso della mia lingua! Non ero più io...

Essendo una figlia di Dio subito mi sono ravveduta ed ho provato dolore e vergogna che sono guariti con la confessione e la guida spirituale del mio parroco. Da allora non riesco più ad allacciare il rapporto con mio fratello e questo tarlo mi ha tormentato. In tutto questo tempo il Signore mi ha risollevato poco per volta prima mi ha chiamato come responsabile di cellula in supporto ad una cellula che si riunisce una mattina a settimana, poi mi ha richiamata al servizio della predicazione per i corsi di evangelizzazione fino al Corso Elia!

Ho dato sin da subito la mia adesione a partecipare al corso Elia, sentivo una chiamata e ad essere sinceri non ho neanche studiato prima chi fosse stato il profeta Elia, di lui ricordavo solo la storia del carro di fuoco che lo portò via. Quasi quasi stavo per non partecipare più perché il sabato mattina non sapevo a chi affidare il mio bambino di 27 mesi... Ed ecco una ginestra nel mio deserto, una carissima sorella di chiesa nella mia resa alla partecipazione mi dice: perché ti stai arrendendo così? Cerca tra alcune sorelle disposte ad aiutarti e mi propone alcuni nomi... e finalmente ho trovato tra quei nomi una dolcissima ragazza che si è presa cura del mio bambino. Ho affidato tutto al Signore perché potessi partecipare nel mio cuore sentivo che Dio voleva parlarmi. Per tre anni sono stata un terreno arido senza pioggia mi rifuggiavo nel torrente ed ho anche avuto la mia ginestra ma il mio livello di preghiera era basso e il mio sconforto e senso di colpa per le discussioni in famiglia mi ha impedito di prendere consapevolezza della vocazione a cui sono chiamata. Il Corso Elia mi ha donato tante emozioni ma soprattutto mi ha suggerito che tutte le volte che cado devo rialzzarmi e tutte le volte che ho paura devo nascondermi al riparo tra le braccia di Dio. Non posso stare ferma devo camminare e devo impedire che una qualsiasi difficoltà, anche una lite tra familiari, non può e non deve ostacolare il mio cammino. Io sono chiamata ad essere una ginestra nel deserto arido delle difficoltà della vita e voglio portare con fiducia il mantello che mi è stato tramandato perché IL MIO DIO E IL MIO SIGNORE non mi lascia mai da sola!

Emanuela

 

Testimonianza 3

Durante l’esplicitazione del profeta ELIA avvenuta nei tre giorni del Corso, ho scoperto  un personaggio che mi conduce ad un aspetto della vita quotidiana, quella delle aspettative, in particolare a quella capacità di guardare lontano, accompagnata avvolte da una certa rigidità che fa parte dell’essere umano. Il signore non si manifesta come Elia se l’aspetta, si manifesta come una brezza di vento leggero. La rigidità che accompagna avvolte le mie aspettative, l’incapacità di cambiare atteggiamento di fronte talvolta a degli eventi a delle condizioni, questa rigidità mi porta ad assumere atteggiamenti, ad essere fondamentalista, porta ad una certa chiusura, ad un certo radicalismo e ad anche ad un egocentrismo, le idee, quello che penso prima di tutto soprattutto.

Questa rigidità nasce dalla bassa autostima, dalla poca capacità di volersi bene, dalla paura di sbagliare di non riuscire a relazionarsi, della paura di non portare avanti il proprio pensiero o le proprie idee. Nasce anche da un certo egocentrismo. Questo porta pian ad avere degli schemi mentali molto rigidi che fanno perdere quello che è la bellezza della semplicità, delle piccole cose. Allora, in risposta alla domanda CHE COSA FAI QUI, INO? sono chiamato a frantumare la visione di Dio per scoprire Dio nella brezza leggera di un vento, ma anche a frantumare la visione di me stesso per trovare la perla preziosa nascosta nella profondità del mio torrente Cherit. E dire PER LA VITA DEL SIGNORE, DIO DI ISRAELE, ALLA CUI PRESENZA IO Sto!

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