Venerdì, 09 Dicembre 2022 10:55

Il lembo del mantello a Foggia (FG)

Quando mi è stato proposto di partecipare a questo corso non ho esitato a dire sì perché sapevo che il Signore sarebbe passato tra tutti noi. Non mi era nuovo questo tipo di incontro spirituale, non del kerigma, ma di altre spiritualità. L’unica cosa che ho chiesto è stata quella di essere semplicemente un corsista come gli altri, no di loro, desideroso di incontrare il Signore e la sua pace. E così è stato.

Non sapevo cosa significasse il titolo del corso. Pensavo al mantello del cieco Bartimeo che buttato via si mise a seguire Gesù, o il mantello di cui parla il vangelo quando l’emorroissa crede che soltanto toccare il lembo del mantello di Gesù sarebbe guarita. Infatti, questo episodio raccontato da Matteo è stato il fulcro del corso. Mi sono ritrovato in pieno. Toccare solo il lembo del mantello per guarire.

Molte volte ho cercato di toccarlo e, grazie a Dio, Lui ha avuto uno sguardo di pietà nei miei confronti, curando le ferite che fanno soffrire dentro. Di ogni specie ed entità.

Ultimamente però, la vita tutta di un tratto precipita nel vuoto più assoluto. Tutto è perduto. La vita che sembrava scorrere bene, si chiude, finisce. Mi riecheggiavano, ed ancora oggi mi risuonano, le parole che l’Arcangelo Gabriele rivolse a Maria: “Nulla è impossibile a Dio”. E invece questa volta Dio lo sentivo lontano, vicino nella preghiera, ma lontano nella situazione di dolore e smarrimento.

Ciononostante, mi fidavo di Lui. Pensavo che se Dio non risponde vuol dire che ha un “qualcosa” di particolare per me, per il mio ultimo segmento di vita. Non so ma lo penso sempre e credo in Lui che non mi lascerà solo nel dolore.

Quando durante un momento di preghiera siamo stati invitati a toccare il lembo del mantello, cui sono legati versetti della Parola di Dio, ho sentito qualcosa che mi coinvolgeva, una sorta di brivido e non emozione. Tornato al mio posto, seduto mi sono sentito abbracciato dal Signore attraverso le braccia del sacerdote, persona Christi. Ho pianto, molto, segno che le ferite ancora sanguinano e vanno curate solo col perdono. Dal lembo del mantello toccato al perdono da dare. Un cammino duro e faticoso, ma questa è la strada che mi indica Dio per guarire le ferite.

Al termine del corso sentivo una pace interiore, segno che il Signore è passato in quei giorni.

E’ passato e bisogna seguirlo anche sul calvario. Il cammino continua con Dio.

Lucio