Martedì, 07 Dicembre 2021 11:21

Corso Giacobbe: due giorni di grazia!

Testimonianza del corso Giacobbe: 27-28 di novembre 2021

 

La mia esperienza del corso Giacobbe è ricca di contraddizioni, di riscontri positivi e negativi. Mi ha dato spunti di crescita ma anche momenti di dolorosa riflessione.

Dalla metafora del laghetto pieno di spazzatura che rappresenta la nostra vita passata ho tratto la speranza che in qualsiasi momento del nostro percorso, dopo aver fatto una profonda pulizia, abbiamo la possibilità di ripartire dal km zero, dando al nostro cammino un orientamento più giusto.

Nella Samaritana che si reca al pozzo quando tutta la gente è in casa, e lì incontra Gesù, la gioia vera, ho visto l'esperienza di chi, come me, nell'Adorazione notturna cerca e trova Gesù, nel silenzio e nella desolazione della notte, ed è stato molto toccante per me il canto che abbiamo ascoltato:

"Sono qui, conosco il tuo cuore, con acqua viva ti disseterò. Sono io, oggi cerco te,
cuore a cuore ti parlerò. Nessun male più ti colpirà, il tuo Dio non dovrai temere. Se la mia legge in te scriverò, al mio cuore ti fidanzerò
e mi adorerai in Spirito e Verità".

Che felicità avere la certezza che apparteniamo a Gesù e che se lo cerchiamo davvero, si fa trovare!

Poi c'è stata per me la caduta: anche io, come Esaú, in modi e tempi diversi ho rinunciato alla mia primogenitura per un piatto di lenticchie. Ho guardato in faccia la mia debolezza, la mia miseria, ed ho provato una grande pena per me stessa ma anche una grande tenerezza.

Grazie alla dinamica della pietra unta di olio mi sono consegnata al Signore così some sono, in cerca di perdono e salvezza e con il racconto di Giacobbe, che carpisce con l'inganno la benedizione di Isacco, ho appreso che la benedizione e l'amore del Signore rimangono su di noi anche se noi siamo lontani da Lui. Il Padre nostro non ci abbandona mai, anzi viene a cercarci proprio nei momenti più bui della nostra vita con una scala che scende dal cielo (da dove mi verrà l'aiuto?) e io sento che questo è un tempo della mia vita in cui percorro la scala in salita.

Ma questo non mi impedisce di cadere nuovamente, è una continua lotta fra l'essere indegni dell'amore di Dio e la certezza della sua fedeltà, nonostante tutto.
La lotta con Dio è tremenda, Lui non ci risparmia i colpi e noi siamo soli in questo confronto, niente di ciò che abbiamo nella vita ci viene in aiuto nel combattimento, anzi forse ci distoglie da esso.

Anche le nostre ossa si sono spezzate sotto i colpi di Dio e spesso ci ribelliamo a questo pur sapendo che è inutile. Piuttosto dovremmo abbandonare l'orgoglio e chiedere a gran voce la Sua benedizione fino ad ottenerla e poi riprendere la strada, camminando in modo diverso. Perché non si è più gli stessi dopo aver incontrato il Signore, si rinasce a nuova vita e il canto "desidero adorarti, desidero piacere a te" per me è stato di grande aiuto.
Tornare da Dio è come tornare a casa, al sicuro, nella giusta dignità di figli di Dio che lui non ci nega mai perché vuole proprio questo da noi, che torniamo a Lui.

Gabriella